Mi sono laureato in Economia e Commercio con indirizzo economico-quantitativo all’Università di Parma e poi, spinto da una forte propensione all’internazionalizzazione aziendale, ho approfondito gli strumenti di Marketing Industriale e la conoscenza della lingua inglese in un corso semestrale negli Stati Uniti.
Al mio rientro in Italia ho iniziato a lavorare occupandomi di marketing e di fiere internazionali con responsabilità commerciali per il mercato del Nord Europa, del Nord America e il mercato dell’Estremo Oriente che, negli anni Novanta, era in forte crescita grazie allo sviluppo delle cosiddette “tigri del sud-est asiatico” Filippine, Malesia, Tailandia, Singapore al contrario della Cina, al tempo, mercato chiuso e ridotto rispetto a oggi. In quel periodo facevo molti e lunghi viaggi in questi paesi lontani interessanti dal punto di vista commerciale e affascinanti dal punto di vista culturale. Questi anni “pieni” di voli aerei, di visite alle aziende e di trattative commerciali hanno lasciato in eredità una visione internazionale del business molto utile per gli anni a seguire.
Adesso, grazie alla consolidata entratura commerciale presso la clientela dell’industria alimentare italiana, abbiamo importanti collaborazioni con aziende altamente specializzate e localizzate in paesi con grande tradizione d’innovazioni tecnologiche come Germania, Svezia, Danimarca e Giappone.
L’obiettivo degli ultimi dieci anni è stato lo sviluppo di un’organizzazione flessibile in grado di fare da collante tra le strutture tecniche dei nostri fornitori e i reparti produttivi di una clientela che, vista la qualità della nostra proposta, si è sempre più connotata con il profilo di aziende alimentari di grandi dimensioni. La squadra di lavoro si è arricchita di giovani capaci con tanta voglia di fare e per creare un ambiente di lavoro quanto più compatibile con il benessere dei collaboratori abbiamo avviatoun innovativo progetto di welfare aziendale come integrazione salariale di secondo livello.
Il mio lavoro si svolge oggi tra riunioni in e-conference con partner tedeschi, svedesi o giapponesi e frequenti viaggi in auto alla volta dei clienti in compagnia di fornitori che, oramai, sono anche amici che ti raccontano delle scelte universitarie dei figli o della meta delle loro vacanze e con cui spesso mi confronto su come vedono l’Italia e gli Italiani all’estero, trasformandomi in un difensore della nostra vituperata ma sempre affascinante e sorprendente “italianità”.
Anni di confronto con mentalità profondamente diverse mi hanno alla fine fatto apprezzare la dimensione umana, colorata, culturalmente ricca e vivace tipica dei nostri ambienti di lavoro, nonostante gli evidenti punti di miglioramento. Immergersi in realtà a noi lontane e confrontarsi con chi è diverso, aiuta, alla lunga, ad apprezzare le proprie radici e a cercare di dare il proprio contributo per migliorare e restituire quello che, in termini di opportunità, ci è stato concesso.